Irpinia – Gli anniversari di episodi tristi proiettano le nostre menti nel passato, dove il fatto è avvenuto e alle vittime che lo hanno vissuto. Ed è quello che probabilmente accadrà il prossimo lunedì 23 novembre. Sono trascorsi quasi 35 anni dalla data che sarà per sempre ricordata come “l’ora del terremoto”. All’epoca, intorno alle 19:34, una scossa di magnitudo 6,9 gradi nella scala Richter (10 gradi nella scala Mercalli) colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, con epicentro in Irpinia . La scossa durò circa 90 secondi, ma l’area colpita ne uscì devastata; il terremoto si estese per circa 17.000 km2. I comuni dove il sisma fu più violento furono quelli di Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Calabritto e Santomenna. La scossa fu così violenta da essere avvertita anche a Napoli.
I morti furono 2.914, i feriti 8.848, i senza tetto attorno ai 300.000 e le abitazioni danneggiate o distrutte circa 362.000. Oltre alle vittime e ai danni materiali, il terremoto di per sé ha lacerato anche molti comuni e moltissime famiglie, cambiandone per entrambi la storia. “Quel terremoto ha scosso la nostra terra, le nostre case, i nostri ospedali, le nostre chiese, le nostre strade, l’intero territorio ha subito una ferita in parte ancora aperta – ricorda il Sindaco di Avellino, Paolo Foti – Ma ad essere scosse sono state anche le nostre coscienze, le nostre certezze. Per chi ha vissuto quella tragedia è stato come aver staccato la spina con il passato. Una voragine indelebile si è aperta nelle nostre vite”. 119 comuni furono colpiti dal sisma: tra questi, 99 hanno riportato danni più o meno gravi alle strutture. I giorni successivi, i titoli dei giornali furono in continuo mutamento. Non si avevano notizie precise sulle zone colpite e sul numero di vittime. Si passò difatti da “Un minuto di terrore – I morti sono centinaia” (24 novembre) a “Cresce in maniera catastrofica il numero dei morti (sono 10.000?) e dei rimasti senza tetto (250.000?) – FATE PRESTO per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla” (26 novembre).
Lunedì si celebrerà il 35° anniversario del terremoto in Irpinia. Il programma prevede la deposizione della corona in ricordo delle vittime alle ore 10.30 nella piazza XXIII novembre, e la celebrazione della S. Messa nella Cattedrale alle ore 11:00. Le conseguenze del terremoto però non saranno solo nella memoria di chi ha visto e seguito i fatti di persona. “Ad oltre trenta anni di distanza sono ancora aperte le crepe di quel minuto e 20 secondi che ha seminato morte e distruzione – dichiara Foti – Colgo pertanto l’occasione per lanciare un appello a tutti i cittadini: la partecipazione, la condivisione, il ricordo di questa tragedia (che ha scosso il nostro territorio) deve essere un dovere, direi quasi un obbligo, per chi come noi ha patito le sofferenze di quelle giornate”.