“Hey, sexy lady!”: chi non ha, almeno una volta nella vita, intonato il ritornello di una delle canzoni più ascoltate, ballate, scaricate degli ultimi tempi? Quando il paffuto cantante sudcoreano Psy investì il mercato discografico internazionale con il tormentone “Gangnam Style”, il pubblico reagì con sorpresa e giubilo: non ci fu una persona che non tentò, almeno una volta nella vita, di imitare il simpatico e buffo balletto inscenato da Psy nel videoclip del singolo. Era il 2012 e Psy – all’anagrafe Park Jae-sang – aveva appena iniziato a conquistare l’Occidente con i suoi doppisensi incomprensibili (purtroppo il Coreano non è una lingua universale, ma a tutto c’è rimedio), il suo look stravagante, la sua allegria contagiosa.
Dopo i successi planetari di “Gangnam Style” e “Gentleman”, Psy torna a stravolgere simpaticamente il Mondo musicale con due hit che hanno l’arduo compito di sovrastare i tormentoni degli anni passati. Il cavallo su cui il performer sudcoreano punta maggiormente è “Daddy”, la cui clip mostra al pubblico uno Psy a 360 gradi nel massimo della sua ironia. Il cantante pone la sua faccia, letteralmente, su tutti i protagonisti del video: il neonato, l’adolescente, l’anziano che sono tutti uguali al loro papà (da qui, appunto, il titolo del brano, “Daddy”). Il singolo è già un tormentone su YouTube, con oltre otto milioni di visualizzazioni: niente male per il cantante che ha il compito di superare se stesso, dopo l’enorme successo di “Gangnam Style”.
Il secondo singolo del cantante sudcoreano Psy è “Napal Baji” (in inglese, “Bell Bottoms”), nel quale l’artista celebra se stesso con una canzone dai ritmi che ricordano “Saturday Night Fever” e il look molto vintage, che richiama gli anni Settanta. Entrambe le canzoni sono caratterizzate da un ritmo coinvolgente, che spinge anche il più “rigido” di noi a danzare e divertirsi. E’ il caso di dirlo: Psy è tornato, e lo ha fatto alla grande, come sempre.