Varese, imprenditore muore e lascia 1 milione e mezzo ai dipendenti

Imprenditore lascia nel testamento 1 milione e mezzo per i suoi dipendentiVARESE – Piero Macchi, imprenditore dell’azienda Enoplastic di Bodio Lomnago (Varese), è morto lo scorso giugno a 87 anni. I suoi dipendenti nella busta paga dello scorso dicembre hanno trovato una sorpresa da parte di Macchi stesso. L’uomo aveva disposto nel suo testamento una donazione da 1 milione e mezzo di euro da dividere tra il personale della sua azienda. Nella busta infatti, i lavoratori hanno trovato un assegno e una lettera della moglie dell’imprenditore volta a spiegare il gesto. La notizia è stata resa nota pubblica dai lavoratori stessi dell’azienda.

Una vita trascorsa nell’azienda da lui stessa fondata nel 1957, che oggi è tra i leader nel settore di capsule e chiusure per bottiglie di vino. Anche dopo la sua scomparsa, l’imprenditore ha dato prova di dedizione verso la sua struttura i suoi lavoratori. Un gesto il suo volto a sottolineare il profondo legame che li univa, come ha precisato la moglie nella lettera allegata in busta paga. “Con questo gesto personale – si legge – ha voluto ringraziare non solo il singolo individuo, ma l’intera ‘squadra’”.

I suoi 280 dipendenti hanno così ricevuto un ultimo segno di affetto, arrivato nel periodo natalizio secondo le disposizioni dell’imprenditore. Secondo queste direttive, ai più “giovani” dell’azienda hanno ricevuto 2 mila euro, mentre per i più “anziani” si è arrivati a 10 mila. Per alcune famiglie, che l’uomo aveva particolarmente a cuore, la cifra è stata ancora più generosa. “Forse a qualcuno il gesto ha cambiato la vita – sottolinea la figlia dell’imprenditore, Giovanna Macchi, oggi amministratore delegato assieme a Michele Moglia – e questo era in fondo lo scopo del lascito”.

La figlia di Macchi ha spiegato che il padre “ha agito nella piena autonomia delle proprie decisioni, con la collaborazione di un notaio di fiducia e di un consulente del lavoro”. Il suo gesto non è dato dettato da mancanza di lucidità mentale, e non è nemmeno derivato dalla consapevolezza di essere giunto al termine della propria vita. La donazione ai suoi dipendenti infatti non è il primo segno della generosità di Macchi. L’imprenditore era dedito alla beneficenza, soprattutto verso l’ospedale di Varese dopo più volte era stato ricoverato. Durante un trasporto in ospedale, infatti, notò come il mezzo non fosse in buono stato e decise quindi di donare all’ospedale un’ambulanza nuova.