Risale a qualche giorno fa il ritrovamento nel barese di mezzo chilo di tritolo, che sarebbe dovuto servire per far letteralmente saltare in aria il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo. A dichiararlo è stato un collaboratore di giustizia napoletano legato alla Sacra Corona Unita, che durante il suo periodo di detenzione nel 2015 si sarebbe avvicinato ad alcuni esponenti della Camorra intenti a progettare un attentato a Colangelo.
La sconcertante notizia è stata subito rivelata dall’uomo agli inquirenti della Dda di Bari e sono immediatamente scattate le indagini guidate dal pm antimafia barese Roberto Rossi. Le tempestive ricerche hanno portato a disseppellire 500 grammi di tritolo nascosti sotto un albero che si trova di fronte all’abitazione di Amilcare Monti Condesnitt, noto trafficante d’armi nonchè boss di Gioia del Colle, ora incarcerato insieme ad altre quattro persone.
Secondo le dichiarazioni dell’ex camorrista, l’attentato del magistrato si sarebbe dovuto compiere proprio a Gioia del Colle, decisione convenuta dopo aver attentamente studiato gli spostamenti di Colangelo tra Campania e Puglia. Se è stato possibile intervenire in tempo, lo si deve anche alle indagini iniziate dopo un altro tentato omicidio lo scorso Febbraio ai danni di Giuseppe Drago, nel quartiere San Pio di Bari.
Questo fatto avrebbe portato gli investigatori alla ricostruzione di un contesto in cui spiccavano i contrasti tra i clan criminali per il controllo delle attività illegali. Dopodiché, in seguito all’attentato non riuscito, le intercettazioni disposte hanno portato alla scoperta del tritolo, che secondo gli esperti era in una quantità tale da generare una combustione della velocità di 6.800 metri al secondo.