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Riapertura scuole, Draghi propone di allungare l’anno scolastico ma i sindacati lo bocciano

Prima la riapertura delle scuole con il 100% degli studenti in classe, poi il dietrofront da parte del Governo Draghi. Sono così cambiate le carte in tavola ed è il risultato di quanto avvenuto ieri al termine del confronto avuto con le Regioni. Lo scopo era quello di discutere insieme delle prossime misure che entreranno in vigore a partire dal 26 aprile. Infatti, a differenza di quanto era stato preannunciato, la percentuale degli alunni delle superiori che frequenteranno di presenza si è ulteriormente ridotta.

Riapertura scuole, le parole della ministra Gelmini

Il cambio di passo, come dichiarato dalla ministra degli affari regionali, Mariastella Gelmini, è stato dovuto anche dalla richiesta dei sindacati. Infatti, la stessa ha raccontato che “sarebbe bastato allungare l’anno scolastico come aveva detto il premier Mario Draghi in Parlamento“. Ma, dato il problema sollevato in merito al trasporto pubblico, il Governo ha deciso di rivedere l’aspetto legato alla riapertura delle scuole.
Nella bozza che verrà discussa nel consiglio dei ministri di oggi pomeriggio si fa riferimento, dunque, a un cambio di percentuale degli studenti in presenza solo ed esclusivamente per le scuole superiori. In questo caso, infatti, dal possibile 100% si passa al 60%. Inoltre, alcune Regioni avrebbero chiesto di adottare il modello già messo in atto dalla Puglia, ovvero offrire ai genitori la possibilità di scegliere o meno se affidarsi alla Dad.

Scuole, cosa cambia dal 26 aprile

Una richiesta sulla quale il Governo non è pienamente convinto, tanto da non voler concedere alcuna deroga se non in caso di possibili focolai. La riapertura, dunque, avverrà secondo le seguenti modalità: nella zona gialla e in quella arancione, la didattica sarà in presenza al 100% solo per gli alunni dalla scuola dell’infanzia fino alla seconda di primo grado. Per le superiori, invece, la percentuale è del 60%, ma si abbassa al 50% nelle regioni che rimarranno rosse.
Il vero problema del trasporto pubblico, aggiunge la Gelmini, non è solo legato alla riapertura delle scuole: “In questi mesi non si è fatto nulla e le gare presentate dalle regioni per acquistare mezzi in più vanno a rilento”. Una situazione, dunque, che difficilmente permetterà agli studenti di poter riprendere a pieno regime entro la fine dell’anno scolastico.

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