Una giuria popolare in Spagna si è espressa su Igor il Russo: il noto serial killer, che ha colpito anche in Italia, è stato dichiarato colpevole di tre omicidi commessi nel Paese iberico nel 2017. Norbert Feher, questo il suo vero nome, è attualmente detenuto nel carcere di Palencia, in Aragona. Negli ultimi giorni era stato trasferito a Teruel dove si è svolto il suo ultimo processo.
La pena richiesta contro Igor il Russo
I capi d’accusa contro Igor il Russo riguardano l’uccisione di tre persone, l’allevatore José Luis Iranzo e le due Guardie Civili Víctor Romero e Víctor Jesús Caballero. Le tre sono avvenute proprio nella città spagnola nel dicembre 2017. Secondo la giuria, infatti, l’uomo ha sparato con l’intenzione di colpirli a morte. Per questo motivo, sia la pubblica accusa sia le parti civili avevano chiesto l’applicazione della massima pena nei suoi confronti, dal momento che non esiste l’ergastolo in Spagna.
L’aggressione contro gli agenti
Si tratterebbe della seconda condanna nei suoi confronti, dopo la prima di 21 anni per aver tentato di uccidere due abitanti della stessa regione. Inoltre, la sua situazione si è aggravata ulteriormente dopo che aveva provato ad aggredire due agenti durante la sua permanenza in carcere. Per questo motivo, come era già accaduto nel gennaio del 2020, Igor il Russo ha assistito al processo all’interno di una gabbia-bunker per motivi di sicurezza.
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Gli omicidi in Italia
Il serial killer è noto anche alle cronache italiane quando, nell’aprile 2017, fu avvistato nei pressi di Ferrara. L’uomo è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso Davide Fabbri, barista di Budrio, e Valerio Verri, guardia volontaria di Portomaggiore.
In quel periodo era subito partita una caccia all’uomo, ma Norbert Feher era riuscito a fuggire in Spagna dove, alla fine, ha colpito nuovamente. “Sentire il nome di quell’individuo mi fa ancora male, per questo non ne parlo mai. Penso solo che una persona così non dovrebbe esistere“, ha commentato la vedova di Fabbri dopo aver saputo della sua ennesima condanna ricevuta dal tribunale spagnolo. La stessa ha poi proseguito: “Spero che quell’assassino rimanga in galera in Spagna e non torni più in Italia, almeno nel posto dov’è adesso sarà costretto a rispettare le regole. Qui lo Stato se ne è fregato“.