I dati incoraggianti delle ultime ore mostrano una lenta discesa della curva dei contagi a cui seguirà, nel mese di giugno, anche quella dei decessi: a confermarlo è Sergio Abrignani, immunologo del Comitato tecnico scientifico. Dopo un fine settimana in cui il numero dei nuovi positivi non ha superato la soglia dei dieci mila, l’Italia prosegue la sua lenta e graduale riapertura.
Le previsioni di Sergio Abrignani, immunologo del Cts
Sulle pagine de Il Corriere della Sera, Abrignani fa una stima di quello che potrebbe accadere già nei prossimi 30 giorni. Se la campagna di vaccinazione proseguirà su questo ritmo, entro fine mese tutti gli over 60 avranno ricevuto almeno la prima dose. Allo stesso tempo, sono già trascorse due settimane dalle prime riaperture e, oltre a un’oscillazione dell’indice Rt, gli altri dati si sono confermati rassicuranti. “La strategia delle riaperture graduali è stata premiante e da giugno l’andamento sarà molto simile a quello dell’Inghilterra con circa 10 morti al giorno di Covid rispetto ai 400 che abbiamo pianto nell’ultimo mese“: è quanto dichiarato dallo stesso immunologo.
Verso l’abolizione della mascherina nei luoghi all’aperto
La strategia adottata dall’Italia, dunque, sta funzionando e per la prossima estate si valuta anche l’abolizione dell’uso della mascherina all’esterno. Quest’ultimo aspetto, però, sarà possibile solo nel momento in cui anche gli over 50 riceveranno la vaccinazione. Infatti, diminuendo il numero di persone a rischio contagio, si potrà circolare più liberamente. Allo stesso tempo, anche i decessi inizieranno a calare drasticamente, tanto da raggiungere i livelli del Regno Unito. Ad oggi, nel Paese britannico si registrano sempre meno morti da Covid.
Possibile richiamo della vaccinazione il prossimo anno
Infine, per quanto riguarda la possibilità di procedere con una terza vaccinazione, Abrignani ha dichiarato: “È plausibile pensare a un richiamo il prossimo anno se si verificheranno una delle due seguenti circostanze o ambedue insieme. La comparsa di una variante non riconosciuta dai vaccini oppure l’evidenza che la risposta immunitaria prodotta dalle prime due dosi si sta affievolendo. Un eventuale richiamo va considerato normale, viene fatto per molte altre malattie infettive“.
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