Nove anni e sei mesi e una provvisionale immediatamente esecutiva di 180 mila euro per le parti civili.
Questa la condanna, eseguita con rito abbreviato, inflitta mercoledì 19 maggio a Massimo Zen, la guardia giurata 49enne che il 22 aprile del 2017 sparò e uccise a Barcon di Vedelago Manuel Major, 36enne giostraio che stava fuggendo in auto dopo aver realizzato dei colpi ad alcuni bancomat.
La sentenza ha tenuto conto della concessione delle attenuanti generiche e dello sconto per il rito alternativo, pari a un terzo della pena.
“Ho sparato per difendermi“, ha sempre sostenuto l’imputato.
Il pubblico ministero, Gabriella Cama, aveva chiesto 14 anni.
Vanno invece a processo Manuel Cancarello, 45enne, e Christian Liziero, 46enne, i due colleghi di Zen accusati di favoreggiamento e interferenza nelle comunicazioni dei carabinieri.
Cancarello sarebbe anche l’uomo che avrebbe dovuto indurre gli inquirenti ad avvalorare la tesi della legittima difesa di Zen.
La vicenda di Massimo Zen
Massimo Zen, secondo l’accusa, la notte del 22 aprile 2017 – intercettando illecitamente una comunicazione dei carabinieri che segnalava l’inseguimento di una banda di ladri – avrebbe deciso di bloccare l’auto in fuga sparando con la pistola.
La guardia giurata esplose tre colpi in direzione dell’autovettura, uno dei quali, ha centrato al capo Manuel Major, morto qualche giorno dopo all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
“Una sentenza – spiega il legale Davide Panico – di cui vogliamo leggere le motivazioni e per la quale sicuramente ricorreremo in appello. C’erano tutti gli elementi per riconoscere a Massimo Zen la legittima difesa, ha protetto la sua incolumità dalla macchina dei banditi che si stava dirigendo contro di lui“.
“Confermata la volontarietà dell’omicidio e il fatto che non c’è stata legittima difesa” commenta il legale Fabio Crea, che rappresenta i famigliari del giostraio ucciso. L’avvocato aveva chiesto un risarcimento di 800mila euro.