Omicidio Vannini sentenza Antonio Ciontoli

Vannini, Antonio Ciontoli condannato per omicidio volontario: le motivazioni della sentenza

Lo scorso 3 maggio 2021 è stata emessa la sentenza definitiva sull’omicidio di Marco Vannini, il ragazzo di 19 anni ucciso con un colpo d’arma da fuoco mentre era a casa della fidanzata Martina. A far partire il colpo il padre della ragazza, Antonio Ciontoli. All’inizio l’uomo disse che la pistola gli era scivolata, poi confessò di aver sparato per gioco convinto che l’arma non fosse carica. Ad influire sulla morte del ragazzo il ritardo nel chiamare i soccorsi, chiamati dopo ben 110 minuti.

Per la morte del giovane ragazzo Antonio Ciontoli è stato accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, dovrà scontare 14 anni carcere. Nelle scorse ore sono state rese note le motivazioni della sentenza. Secondo i giudici della Quinta sezione penale della Cassazione la condotta del suocero della vittima non solo fu ‘anti doverosa ma caratterizzata da pervicacia e spietatezza‘, anche per il fatto di aver nascosto ciò che era davvero accaduto. Inoltre, a parer loro appare irragionevole pensare che l’uomo avesse sperato che Marco non sarebbe morto.

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Rese note le motivazioni della sentenza sull’omicidio di Marco Vannini, ecco perché Antonio Ciontoli è stato condannato per omicidio volontario

I giudici tra le varie cose nella sentenza hanno scritto che Antonio Ciontoli era consapevole che il proiettile fosse rimasto nel corpo di Marco Vannini. A detta loro avrà sicuramente immaginato che nonostante la ferita dopo essere stata tamponata avesse smesso di sanguinare ci sarebbe potuta comunque essere un’emorragia interna.

Nella sentenza si legge poi che tutti gli imputati, dopo aver sentito il rumore e aver ritrovato il bossolo del proiettile, erano consapevoli che era stato sparato un colpo di pistola. Ognuno di loro si preoccupò del fatto che il proiettile fosse rimasto dentro il corpo del 19enne, ma nessuno ha allarmato i soccorsi. Marco Vannini dopo lo sparo urlava dal dolore, lo hanno sentito anche i vicini da casa della famiglia Ciontoli. Le sue urla erano state anche registrate nelle conversazioni telefoniche con i sanitari del 118.

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