Quando il 17 Marzo si è appreso della scomparsa di L’Wren Scott causa suicidio, solo per un attimo nei media e nel mondo che gira vorticosamente attorno a se stesso, solo per un attimo è calato il silenzio. L’ex compagna di Mick Jagger ha deciso in un giorno come altri che era ora per se stessa di spegnere le luci della ribalta. Alla base del gesto folle della donna si è attribuito l’enorme debito contratto, circa 6 milioni di dollari.
Dopo questa ipotesi si è anche disquisito su altro, su altre motivazioni che però ad oggi non si conoscono e che solo si possono abbozzare. Quel che pare certo, forse è l’unico dato che davvero conta, per ciò che riguarda L’Wren Scott, è che quando una persona si toglie la vita circonda ogni situazione e la propria passata esistenza di un vuoto che fa lo stesso rumore del silenzio, di un silenzio assordante, un vuoto desolante. Per questo motivo, per non far dimenticare la vita eccezionale di una donna che ha deciso di avvolgere tutto quanto con un alone di mistero, mi sento di ritornare un po’ indietro col tempo, perchè la storia è ciò che ci rende vivi, in quanto si basa sul ricordo. Ad oggi quel che sconvolge è che il ricordo di questa donna ci appare difficile, perchè ricordarla fa male, perchè non sappiamo se da dov’è ora ella può ascoltare il ricordo di chi le ha vissuto assieme, non sappiamo se era ed è felice, quel che strugge è che non sappiamo.
Si torna così indietro, con la voce particolare che si definisce storia e torniamo ad un momento che ha caratterizzato la vita degli Stones e di Jagger, suo compagno di vita. Los Angeles, 1966. L’Wren Scott aveva 2 anni, mentre Keith Richards, in una stanza di hotel, scrive “Ruby Twesday”. La poesia prende spunto da una figura di donna (una groupie), e partendo da questa poesia mi sento di poter trovare le uniche parole che probabilmente Jagger ha nel suo bagaglio, un bagaglio pesante, parole che il suo amico chitarrista trovò molto tempo prima per una donna, ma più in generale per ogni donna. Scendendo nel particolare Richards trovò parole per una donna triste, per una figura avvolta da mistero, così come vale per L’Wren Scott, per una femminilità persa alla quale si ha solo il coraggio di dedicar le migliori parole possibili perchè continui il suo viaggio senza fermarsi.
A L’Wren Scott
“Lei non dice mai da dove viene, Ieri non importa se è passato, Mentre il sole splende o nella notte scura, Nessuno sa, Lei viene e va.
Non chiedere perchè ha bisogno di essere libera, Ti dirà che é l’ unico modo di essere, Può solo essere incatenata, Ad una vita dove non si ottiene niente, E niente è perso ad un tale costo.
Non c’è tempo da perdere, l’ho sentita dire, Cattura i tuoi sogni prima che scivolino via, Morire per tutto il tempo, Perdere i tuoi sogni, E perderai la testa, Non è ingiusta la vita? Mi manchi ancora…”