Nel panorama musicale anti-commerciale è noto per le sue canzoni che ricordano il “primo” Ozzy Osbourne, dal quale ha preso in prestito la lunga capigliatura e lo sguardo per certi versi “allucinato”. Ma Pino Scotto non è solo un rocker italiano “d’annata”: l’artista, da tempo anche conduttore sull’emittente televisiva – visibile su Sky – Rock TV del programma “Database”, intrattiene giovani e non con “siparietti” coloriti ma carichi di contenuto. Pino Scotto parla a ruota libera su tutto: politica, reality, decadimento della musica italiana ed internazionale. Celebri sono le sue sfuriate in video, cliccatissime su YouTube. Pino Scotto, però, ha anche un’anima sensibile, voltata a fare del bene alle categorie più “sensibili” della nostra società, bimbi ed animali in primis.
NEL NOME DI DANIZA. Lo scorso 3 ottobre, Pino Scotto ha promosso un evento di portata “epocale” per quanto riguarda la lotta allo “sterminio gratuito” degli orsi, battaglia che conduce ancora oggi, in special modo per sensibilizzare l’opinione pubblica trentina. “I want the bear free” è stato il nome del concerto benefico tenutosi lo scorso mese a Verona: un evento che suona, per ammissione dello stesso Pino Scotto, come una protesta alle barbare leggi anti-orso promosse dalla provincia di Trento. Catturare o abbattere la specie resa tristemente famosa dall’uccisione di Daniza, questa la normativa provinciale alla quale Scotto dice con veemenza “no”.
“Quando si tratta di mobilitarsi per soggetti deboli come i bambini e gli animali bisogna alzare il c… e muoversi“, aveva allora dichiarato Pino Scotto parlando del concerto benefico. E il cantante si muove ancora, eccome se si muove: sul social Facebook rimbalza la foto del cantante sul set del suo nuovo video, “La resa dei conti”, che Scotto dedicherà proprio alla sua strenua battaglia per la difesa degli orsi. Perchè, come ha dichiarato Pino Scotto, “E’ una questione di cuore e di giustizia. E’ bene che gli orsi vengano spostati in altre zone, se necessario, ma non abbattuti. Dobbiamo intervenire anche legalmente per controllare cosa fa questa gente agli animali”.