BRESCIA – Roberto Coppini è un marito e un padre divorato dal dolore. La moglie, Giovanna Lazzari, è morta all’ottavo mese di gravidanza portandosi via anche la bambina che aveva in grembo lasciandolo solo, vittima inconsolabile del terribile lutto che l’ha così brutalmente colpito. Giovanna è stata ricoverata agli Spedali civili di Brescia mercoledì sera, ieri la duplice tragedia. Si tratta della quinta donna incinta morta nell’arco di pochi giorni.
Beatrice Lorenzin, ministro per la Salute che aveva già inviato gli ispettori a Torino per alcuni accertamenti circa il decesso della donna al nono mese di gravidanza, ha ordinato alla task force ministeriale di recarsi non solo all’ospedale di Brescia, ma anche a quelli di Bassano del Grappa e San Bonifacio dove qualche giorno fa hanno perso la vita altre due madri: Marta Lazzarin e Anna Massignan. Sono in corso alcune indagini per verificare possibili errori nelle procedure con cui le 5 donne incinta sono state gestite. Compito della task force sarà stabilire se eventuali difetti organizzativi abbiano potuto contribuire a causare i decessi delle puerpere e se tutte le procedure per garantire qualità e sicurezza delle cure siano state effettivamente rispettate. Sembrerebbe anche che, ricorrendo agli ispettori, il ministro Lorenzin voglia così verificare l’efficacia delle linee guida sulle donne incinta.
Il marito della donna deceduta a Brescia, Roberto Coppini, ha dichiarato: “Aveva la febbre alta, ma quando siamo arrivati la situazione sembrava normale, poi nella notte è successo qualcosa che devo ancora capire. Giovanna mi ha mandato un sms nel cuore della notte dicendomi che aveva dolori fortissimi e che non percepiva attenzione da parte dei medici”. La Procura di Brescia, alla quale Coppini si è rivolto, ha già acquisito tutti gli sms e i messaggi vocali inviati da Giovanna Lazzari al marito. Le autorità, dopo aver sequestrato la cartella clinica della 30enne bresciana, hanno disposto una prima autopsia. Dai primi risultati la morte di Giovanna sarebbe stata provocata dal distacco totale della placenta e dalla conseguente emorragia.
Ezio Belleri, direttore generale degli Spedali civili di Brescia, ha affermato che la paziente è stata seguita nel miglior modo possibile e ha aggiunto: “I medici hanno fatto tutto quello che poteva essere fatto. Nei prossimi giorni faremo una valutazione attenta di tutti i passaggi effettuati dall’arrivo in pronto soccorso della paziente fino alle gravissime complicazioni che hanno portato al decesso”. Secondo la ricostruzione dei fatti, la sera del 30 dicembre Giovanna avrebbe trascorso la notte sotto osservazione, ma non in reparto. La Procura di Brescia nel frattempo ha aperto un fascicolo contro ignoti, tuttavia i medici, le ostetriche e le ginecologhe ad aver assistito la donna durante la notte sarebbero almeno 7. Il marito e padre di altri 2 bambini ha spiegato: “Nel cuore della notte mi hanno chiamato dicendomi di correre in ospedale. Sono arrivato e la bimba era già morta. Giovanna era debole e triste, ma sembrava tutto sotto controllo”. A valle dell’ennesima morte è intervenuta anche Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione sanità del Senato, secondo la quale è tempo d’istituire un registro delle morti materne all’Istituto Superiore di Sanità.