La “sindrome della “vagina morta”, così popolarmente chiamata, è sempre più comune tra le donne, e ne coinvolge attualmente un numero sempre più elevato. Ma di cosa si tratta? Il termine di per sé rende bene l’idea, in quanto i sintomi di questa patologia sono la secchezza e la perdita di sensibilità nelle parti intime femminili. Secondo delle ipotesi la causa sarebbe l’utilizzo eccessivo di sex toys e vibratori. Una tra le prime donne a raccontare questo disagio è stata Olivia Wilde, che senza troppe riserve ha reso noti i suoi problemi sessuali, dovuti proprio ad una certa apatia del suo organo genitale.
Dopo di lei la curiosità di altre persone ha dato il via ad una ricerca irrefrenabile sui motivi legati al problema. A tal proposito ha espresso il suo esperto parere il neuroscienziato Nicole Prause. Queste sono state le sue parole: “Quello che eventualmente possono notare le donne è che se durante lo stesso rapporto sessuale passano da una stimolazione più alta a una più bassa, questa non sarà efficace come la prima“. E’ risaputo che usare giocattoli erotici amplifica la libido e comporta il raggiungimento dell’orgasmo più velocemente. Tuttavia la situazione si normalizza e non crea delle alterazioni permanenti.
La “morte della vagina” quindi, non dipende da fattori fisici. E’ pur vero che l’uso di vibratori o accessori simili rende la donna più esigente nei confronti del partner perché abituata a strumenti, da un certo punto di vista, più efficaci. Ad esempio quando si usa il vibratore, la facilità di raggiungere il culmine del piacere aumenta. Questo perché si ha la situazione nelle proprie mani e si stimolano le zone che sono più sensibili. In ogni caso tale problema non può essere considerato una sindrome e non ha alcun fondamento scientifico.