Qualche mese fa, quando il gip rigettò una richiesta di arresti domiciliari per Biagio Izzo ed altri indagati, avanzata dal pm Valter Brunetti, sembrava ormai tutto risolto per il celebre attore napoletano. Invece, in queste ore, una nuova grana si sarebbe abbattuta sull’artista poiché, nonostante la precedente e decisa bocciatura, la Procura, secondo quanto riportato da “Repubblica”, avrebbe deciso di impugnare l’atto, ripresentando ancora una volta la richiesta di domiciliari per il comico 55enne presso il Tribunale del Riesame. A questo punto sarà necessario attendere il 23 marzo, quando si terrà l’appello per discutere del documento impugnato dal pubblico ministero.
La Procura contesta a Biagio Izzo il reato di turbativa d’asta. La vicenda risale ad una serie di indagini condotte alcuni anni fa, durante le quali gli inquirenti entrarono in possesso di alcune intercettazioni nelle quali, nonostante non fosse fatto chiaramente il nome dell’attore, si era riusciti comunque a risalire alla sua identità. Si tratterebbe della vendita all’asta di una moto e di un’automobile, ovvero di una Vespa 300 e di una Fiat 500, che sarebbero state pignorate al comico in seguito ad un contenzioso con Equitalia. Secondo il pm, Biagio Izzo avrebbe espresso il desiderio di rientrare in pieno possesso di quei beni, e due dipendenti dell’agenzia (iscritti nel registro degli indagati) si sarebbero adoperati per assecondare la sua richiesta, ricorrendo alla complicità di un alto funzionario dell’Istituto vendite giudiziarie di Napoli, affinché l’attore potesse recuperare i veicoli pignorati. Nel febbraio del 2015, durante l’asta, sarebbe stato proprio Biagio Izzo ad acquistare nuovamente l’automobile e la Vespa che aveva perduto in seguito al contenzioso con Equitalia.
In seguito alla nuova richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura, è intervenuto il legale dell’artista campano, Sergio Pisani, il quale innanzitutto ha ribadito come il suo assistito sia stato già ampiamente dichiarato “estraneo a qualsiasi ipotesi di reato”. L’avvocato, come riportato da “Il Fatto Quotidiano”, ha anche ricordato che Biagio Izzo non è mai presente nelle conversazioni intercettate dagli inquirenti, e che la vicenda sarebbe legata all’azione di alcuni soggetti che – all’insaputa dell’artista – avrebbero cercato di entrare nelle sue grazie. Come abbiamo accennato in apertura, nel corso della prima sentenza, il gip aveva già chiarito che non vi era alcuna ipotesi di reato di turbativa d’asta. Terminando il suo intervento, l’avvocato Pisani si è detto piuttosto sorpreso dell’appello avanzato dal pm che, oltre a non essere territorialmente competente, è intervenuto su un episodio che, ormai, risale a circa 3 anni fa e sul quale c’è già stata una chiara pronuncia del giudice per le indagini preliminari.
Patrizia Gallina