La Fondazione GIMBE ha rilevato nella settimana 30 marzo-5 aprile 2022 una diminuzione di nuovi casi di positivi da Coronavirus.
Negli ospedali torna a scendere il numero dei posti letto occupati in terapia intensiva (-3,3%). Il dato che più sconcerta è l’aumento dei decessi di pazienti covid (1.049 vs 953).
Coronavirus: i decessi sono in aumento
Il Presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, ha dichiarato: “È importante rilevare che il quadro dei pazienti ospedalizzati è notevolmente mutato negli ultimi 6 mesi.
Per effetto delle coperture vaccinali e booster, e per la progressiva sostituzione della variante Delta con quella Omicron, più contagiosa, ma meno severa“.
“Questo dimostra – continua Cartabellotta – che è diminuito il numero di pazienti Covid ospedalizzati per polmonite severa che richiedono un ricovero in terapia intensiva.
Vengono ospedalizzati soprattutto anziani con patologie multiple che possono essere assistiti nei reparti ordinari”.
“Il numero dei decessi che non accenna a scendere – sottolinea Cartabellotta – merita una particolare attenzione: infatti, accanto a fattori epidemiologici non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire”.
L’ultimo report
Sulla base delle informazioni riportate dall’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, sono emersi 3.798 decessi di persone che hanno ricevuto una diagnosi di Coronavirus nel periodo 4 febbraio-6 marzo 2022.
Il tasso di mortalità per 100.000 persone è nettamente più elevato per i non vaccinati.
Decresce, invece, per i vaccinati con ciclo incompleto e per quelli con ciclo completo più booster.
I dati dimostrano la straordinaria efficacia del vaccino nel ridurre il tasso di mortalità a partire dagli over 40, nella fascia 60-79 e negli over 80 (32,9 vs 470,8).
Occhio ai nuovi sintomi
I sintomi da Coronavirus sono in continuo cambiamento.
E’ utile, quindi, riconoscerli e saperli distinguere da quelli della normale influenza o dalle comuni allergie di stagione.
La nuova variante di Omicron rinominata Xj, isolata a Reggio Calabria pochi giorni fa, “è una versione ibrida che tiene insieme pezzi dell’una e dell’altra, ma con qualche aggiunta”, spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano.
“La maggior parte dei sintomi è la stessa – continua Pregliasco – assimilabile al virus dell’influenza.
Spossatezza, dolori articolari, mal di gola, naso chiuso, mal di testa, in alcuni casi la diarrea. In più, si sta registrando un ritorno della perdita del gusto e dell’olfatto, che con Omicron è quasi assente, ed episodi di vertigini, che sono una novità assoluta“.
“Non è difficile distinguere tra le due sintomatologie – prosegue il professore – le classiche pollinosi provocano starnuti a salve, cioè forti e ripetuti a causa dell’irritazione delle mucose. Poi il naso che cola è caratterizzato da un muco fluido e trasparente, mentre quello delle infezioni virali è più denso. Chi è allergico faccia attenzione a questi aspetti prima di preoccuparsi“.