Lou Reed, una biografia choc svela l’altra faccia della star

Lou Reed

Lo Yin e lo Yang. Quante volte, dietro alla faccia d’angelo di certi volti noti si nascondono uomini e donne capaci delle più basse nefandezze? Numerosi casi di cronaca – o bufale – hanno tentato di portare alla luce le peggiori perversioni di attori, cantanti, starlette di varia popolarità o credibilità. Ultima “vittima illustre” di una serie di accuse choccanti potrebbe essere – il condizionale è d’obbligo – il compianto leader dei Velvet Underground Lou Reed. Una biografia postuma lo inchioderebbe alla più viscida delle responsabilità: Lou Reed avrebbe malmenato almeno una delle sue compagne, mostrando atteggiamenti misogini e sessisti. E questo sarebbe solo l’inizio.

 

Si chiama Howard Sounes l’autore di una biografia su Lou Reed che fa già discutere ancor prima della sua uscita, prevista per il 22 ottobre, per la Transworld Digital. “Notes from the Velvet Underground: The Life of Lou Reed” unisce ad aneddoti legati alla carriera del noto performer altri ben meno nobili riguardanti la vita privata dell’uomo Lou Reed, che vanno da neanche tanto velati episodi di razzismo verso suoi colleghi a malvessazioni “riservate” al gentil sesso dal noto cantante.

“Ti schiacciava contro a un muro. Ti malmenava. Ti colpiva… ti scrollava… una volta mi ha lasciato con un occhio nero”, ha raccontato a Sounes una delle ex mogli di Lou Reed, Bettye Kronstadt: altro che “Perfect Day”, tanto per citare il titolo di una delle sue rock ballad più note e poetiche. Alle dichiarazioni choc della Kronstadt seguono quelle di un amico di vecchia data di Lou Reed, che, come riporta la biografia di Sounes, ha raccontato di uno spiacevole episodio capitato ad una “vecchia fiamma” del cantante. “Lei parlava. Lui si è alterato per quello che lei aveva detto e l’ha colpita violentemente alla nuca“.

Racconti sconvolgenti, che pare siano contrastanti con l’immagine pubblica che Lou Reed voleva – forse appositamente – dare di sé ai fan. Il torbido racconto di Sounes non finisce qui. Lou Reed pare fosse ossessionato dalla violenza sulle donne, tanto da cercare di “documentarsi” su questo spinoso argomento. Come se non bastasse, il cantante di “Satellite of love” pare riservasse ben poco amore ad alcuni suoi colleghi, rei di avere concezioni religiose diverse dalle sue o – orrore negli orrori – persino un diverso colore di pelle. Sulla immensa Donna Summer, Lou Reed si limitò a dichiarare: “Non mi piacciono i negri”; di Bob Dylan criticò il credo religioso abbastanza chiaramente e con toni ben poco gradevoli: “E’ un ebreo pretenzioso”. Un’immagine non proprio idilliaca quella dell’ex Velvet Underground che, se fosse confermata, getterebbe non poca foschia sulla sua “allure” da leggenda musicale dei tempi a venire.