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Birrifici artigianali in fermento: aumento del 400% in soli dieci anni

Tra il 2005 e il 2015, i birrifici italiani sono aumentati del 400% passando da 132 ad oltre 670.
Questa crescita segue l’aumento del consumo di birra artigianale che, nel decennio, è arrivato a +53% l’anno. È stato lo studio “prospettive economiche della birra artigianale: una rivoluzione brassicola globale” (che sarà presentato al Beer Attraction di Rimini dal 17 al 20 febbraio) sostenuto dal docente economico all’Università di Milano Bicocca, Christian Garavaglia e Johan Swinken, direttore del Licos Centre for institutions and economic performance dell’Università di Lovanio, in Belgio.

Sempre nel periodo 2005-2015, abbiamo visto nascere in Italia 53 nuovi microbirrifici l’anno, un gran numero rispetto a Belgio e Germania con i loro rispettivi otto e undici nuovi birrifici. Meglio di noi hanno fatto solo gli Stati Uniti, la Spagna e il Regno Unito. Questo scoppio di birrifici è dovuto «al cambiamento negli stili dei consumi, alla nascita di una domanda più sofisticata per i prodotti agroalimentari e alla crescente interconnessione dei mercati» afferma Garavaglia.

L’incisione della birra artigianale (la craft beer), secondo i dati di UnionBirrai, ha raggiunto il 3,3% del mercato nel 2015. Si è passati dai 0,4 birrifici per milione di abitanti registrati ( nel 1988) a 11,2 nel 2015.
Economicamente parlando «Oltre il 60% dei microbirrifici fattura oggi tra i 100 e gli 800mila euro l’anno. Uno su tre esporta all’estero e la produzione ha superato i 500mila ettolitri l’anno» ha affermato Alessio Selvaggio di UnionBirrai.