Simone Coccia

Simone Coccia sbotta: “Non mi parlano? Sti ca**i, sono in finale”

Simone Coccia ha lasciato tutti senza parole al Grande Fratello 15, reality condotto da Barbara D’Urso su Canale 5. A detta del ragazzo nella casa più spiata d’Italia è possibile recitare un ruolo perché si tratta di un gioco. Le sue parole lasciano intendere che Simone non si sente in dovere di essere sincero con gli altri concorrenti del reality.

Nelle ultime ore Simone Coccia si è lasciato sfuggire alcune rivelazioni che potrebbero metterlo in cattiva luce, il pubblico potrebbe infatti non apprezzare il suo ragionamento. Queste le sue parole: “Non mi possono fare niente. Televisione uguale recitazione, io nella recitazione posso giurare anche su mio figlio, qui è un gioco, la cosa sbagliata sarebbe stato se lo avessi fatto nella realtà. Non mi parlano? Sti ca**i, sono in finale.” Il ragazzo è il primo finalista del Grande Fratello 15, per questo non sembra importargli più il pensiero degli altri concorrenti del reality.

Coccia, però, non ha considerato che il pubblico potrebbe punirlo a causa del suo atteggiamento. Tutto è iniziato quando Simone si è rifiutato di collaborare per la prova settimanale, in tal modo ha negato agli altri la possibilità di accedere alla suite. Inizialmente lui si è rifiutato di ammettere di essere colpevole. Poco dopo ad Alberto ha fatto capire di essersi rifiutato di fare la prova per provocarlo.

Simone Coccia giustifica il suo comportamento al GF15

Simone Coccia pensa di non essere mai stato il primo a provocare, fino ad ora ha sempre risposto alle provocazioni degli altri. Il ragazzo ha giustificato il suo comportamento nella casa più spiata d’Italia dicendo: “Io li provoco rispettando le regole del gioco. Io ragiono con gli occhi del pubblico e secondo me c’era bisogno di una scossa”. A detta sua conosce la televisione e sa come comportarsi. Coccia ha concluso dicendo: “E se martedì esce il discorso li azzero tutti: ‘vi ho provocati tutti senza dire né a né b ma nel rispetto delle regole del gioco’”.