Milano accumulatrice seriale

Milano, accumulatrice seriale trovata morta tra migliaia di oggetti

La situazione in cui si sono trovati gli agenti della Squadra mobile e i Vigili del fuoco era agghiacciante.
Due persone, trovate in mezzo a tonnellate di rifiuti e oggetti maleodoranti.
Madre 70enne e il figlio, lei accumulatrice seriale morta da diverse ore e lui, immobile con lo sguardo assente, scosso dall’intera vicenda.
Il tutto è accaduto nella notte tra martedì e mercoledì, al primo piano di Via Scarlatti 20 a Milano.
L’appartamento era pieno di oggetti fino al soffitto, materiale di ogni genere rendeva l’aria quasi irrespirabile, rendendo difficoltoso ogni tipo di movimento.
Immediato l’intervento dei vigili del fuoco, che arrancando sono riusciti a creare un corridoio tra i locali per esplorare l’immobile.

Milano: le parole dei vicini di casa

I vicini di casa della donna si dicono scossi e esterrefatti da quanto accaduto.
Raccontano di aver sempre visto la signora con un carrello e qualche borsa di plastica, ma mai si sarebbero immaginati una condizione simile e soprattutto un altra persona convivente nell’immobile.
Probabilmente, il figlio viveva segregato in casa da chissà quanto tempo in condizioni precarie.
Quasi un fantasma per gli altri condomini dello stabile: rimane da capire se i servizi sociali fossero a conoscenza della drammatica situazione della famiglia.

La patologia dell’accumulo seriale

Il disturbo da accumulo è un disturbo caratterizzato da un bisogno compulsivo di acquisire una notevole quantità di beni, anche se gli elementi risultano pericolosi o insalubri.
Nelle case spesso vengono occupati tutti gli spazi liberi, compresi bagno e cucina, con evidenti rischi di natura igienica e di sicurezza.
La patologia da accumulo  non è risolvibile in modo assoluto e gli interventi si rivelano particolarmente complessi.
Come da definizione, “l’accumulatore è solitamente una persona sola, la cui rete sociale di supporto nel tempo si è quasi sempre sfaldata con l’aggravamento della patologia, e si tratta
in prevalenza di donne secondo le poche statistiche disponibili in Italia sul fenomeno
“.
Se il soggetto presenta problematiche del comportamento sarà anche necessario accertare il suo stato di salute e quello degli eventuali famigliari conviventi che sono costretti a vivere in condizioni disagevoli.

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