Segrate

Segrate: donna rapinata e stuprata nell’ascensore

Una donna di 40 anni residente a Segrate è stata rapinata e stuprata mentre si trovava all’interno dell’ascensore del suo condominio il 21 dicembre.
L’aggressione è avvenuta dopo che la donna ha parcheggiato la macchina in garage ed è riuscita a chiamare i soccorsi nonostante lo stato di shock.
Individuato l’aggressore grazie all’identikit fornito dalla donna e alle tracce dell’uomo rimaste in ascensore e sui vestiti della vittima.
L’uomo, Sara Hamzamagrebino di 32 anni con precedenti penali per rapina aggravata e violenza sessuale, si trova ora in stato di fermo.

Segrate: gli attimi dell’aggressione

In base alle ultime informazioni diffuse, l’arrestato non ha fissa dimora.
L’aggressione è avvenuta intorno alle 23:30.
L’uomo avrebbe minacciato di morte la donna, strattonandola e obbligandola ad un rapporto sessuale, dopo averla rapinata.
I militari, grazie alla descrizione fatta dalla 40enne e ai filmati delle telecamere di sorveglianza, sono riusciti ad avere il profilo del magrebino.
I campionamenti biologici analizzati dai Ris di Parma hanno confermato la responsabilità dell’uomo.
Emesso per il 32enne un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso a suo carico dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano.
L’uomo si trova presso il carcere di San Vittore a Milano.

Le dichiarazioni della donna

“Sono certa che la persona mostratami è il mio aggressore”.
Con queste parole si è concluso il verbale della donna vittima dell’accaduto.
Una volta entrata, mentre premevo il tasto del piano, sentivo la porta da cui ero entrata poco prima sbattere e subito compariva un ragazzo che in tutta fretta si fermava tra le porte dell’ascensore, bloccandolo“, ha raccontato la vittima.
Hamza l’ha colpita con uno schiaffo alla tempia, l’ha afferrata e minacciata: “Stai zitta o ti ammazzo”, le ha detto.
Mi minacciava che non avrei dovuto dire nulla facendomi credere che mi conoscesse, dicendo che aveva parlato di me con il portinaio. L’ho implorato più e più volte di non farmi del male. Ero pietrificata dalla paura. Pensavo di morire“, ha continuato la donna.
Non lo avevo mai visto in precedenza – ha detto agli investigatori – era alto 1.75, corporatura media, indossava un cappuccio e una mascherina chirurgica, occhi scuri, credo di origine nordafricana, non ho visto impugnargli armi“.
Fondamentale per trovarlo il suo abbigliamento: la vittima, vedendo le immagini, ha ribadito: “Sono certa che la persona mostratami è il mio aggressore“.