Giulia De Lellis si esprime male, stavolta finisce sul Corriere della Sera
Si torna a parlare ancora una volta di Giulia De Lellis, ex concorrente del Grande Fratello Vip. Reality show condotto da Ilary Blasi e Alfonso Signorini su Canale 5. Durante il suo percorso nella casa più spiata d’Italia, la fidanzata di Andrea Damante è stata spesso al centro di pesanti critiche. Giulia a causa delle sue affermazioni è stata infatti ritenuta omofoba ed ignorante, inoltre involontariamente ha insultato anche sordomuti e persone con handicap. La Chiocciolina Onlus, Asu, Segni di integrazione – Lazio, AFISBI, Progetto Sur Cosa Italia, Movimento Lis Subito, Ens Provinciale di Roma, OfficinaLis, Arte&manideafitaly Emergenza Sordi a 360 gradi Anios, queste le associazioni del mondo dei sordi che hanno manifestato la loro indignazione contro Giulia tramite il Corriere della Sera.
Il Corriere della Sera pubblica una lettera contro le affermazioni della De Lellis
Il quotidiano ha pubblicato una lettera firmata dalle associazioni, le quali hanno ritenuto improprio il linguaggio della De Lellis. Le lamentele si riferisco alla questione sollevata da Giulia sui bidelli. Queste le sue parole: “Il mio bidello si era innamorato di un’insegnante di sostegno, anche lei sordomuta. E’ scoppiato un casino perché lui era già sposato, sempre con una donna sordomuta. Di solito i bidelli sono tutti handicappati“. Nella lettera si legge: “Con grande rammarico notiamo che troppo spesso ci si arroga il diritto di parlare senza sapere, ed è proprio questo che ha fatto la signorina De Lellis, della quale non vorremmo parlar troppo ma soffermarci sulla possibilità che ha questa ragazza di poter esprimere la sua opinione davanti a milioni di persone in totale libertà”.
Le associazioni lanciano un appello al Grande Fratello
Le associazioni hanno anche messo in discussione il Grande Fratello, affermando: “Crediamo necessario che il GF debba inequivocabilmente prendere le distanze da tali affermazioni”. Per poi aggiungere: “benché frutto dell’ignoranza di chi le pronuncia, in ragione del mezzo che è stato messo loro a disposizione, diventano ostacolo alla diffusione di una cultura dell’inclusione di cui la nostra società ha tanto bisogno.”